Quando Francesco Lombardo presenta con orgoglio Acquaponic Design, traspare la visione di un’impresa che unisce ingegno, sostenibilità e comunità. Fondata nel 2021 a Bologna, la startup nasce come spin‑off universitario con l’obiettivo di rivoluzionare il modo di coltivare: dalla combinazione tra acquacoltura e coltivazione fuori suolo emerge un sistema virtuoso in cui l’acqua circola, si depura e nutre, eliminando la necessità di fertilizzanti chimici e abbattendo fino al 90 % del consumo idrico rispetto all’agricoltura convenzionale
Questi impianti non sono soltanto infrastrutture agricole: rappresentano veri e propri ecosistemi autosostenibili che si adattano a contesti diversi e a scale variabili. Acquaponic Design si rivolge a un pubblico eterogeneo: aziende agricole che vogliono integrare ortaggi e produzioni ittiche in un modello circolare, famiglie urbane interessate a un orto domestico innovativo, enti pubblici e scuole alla ricerca di strumenti educativi e spazi verdi rigenerati.
I moduli sono progettati per terrazzi, balconi o serre, e grazie al brevetto di innovazione per l’agricoltura verticale, possono essere modulati e adattati alle esigenze specifiche.
Il progetto si estende oltre l’ambito domestico e agricolo, intervenendo attivamente sulla rigenerazione urbana. Si tratta di soluzioni pensate per purificare l’aria, rigenerare ambienti indoor o outdoor, e aumentare, grazie alla coltivazione verticale, la resa per metro quadro in contesti cittadini ad alta densità.
Alla base di Acquaponic Design c’è un forte orientamento alla multidisciplinarità e alla cultura scientifica. Il team è composto da professionisti con competenze in design industriale, acquacoltura, agronomia, ingegneria energetica, programmazione IoT e ricerca entomologica. Questo mix di expertise permette all’azienda di offrire consulenza, formazione, progettazione e monitoraggio avanzato, con componenti modulari brevettati e sistemi digitali per la gestione ottimizzata degli impianti.
In definitiva, Acquaponic Design rappresenta un ponte tra innovazione tecnologica, rigenerazione urbana e responsabilità ambientale. L’approccio che mescola acqua, piante e pesci diventa emblematico di una nuova idea di agricoltura urbana: sostenibile, circolare, relazionale. Un modello che non si limita a produrre cibo, ma restituisce valore estetico, educativo e ecologico agli spazi che abitiamo, posizionando la startup tra le eccellenze italiane dell’agri‑tech.